venerdì 31 ottobre 2008

Mera Vita

Cala sul viso un velo che è tinteggiato di rosso, si compre come avesse vergogna di quello che ha appena compiuto. Scende a compromessi per non avere i soliti sensi di colpa e allora prende le sue cose e toglie il disturbo.
Camminando si accorge che quello che prova non è tanto dovuto a quello che ha commesso, quanto a non aver fatto nulla per far sì che non avvenisse.
Si precipita in un bar, cerca qualche sollazzo bevendo qua e là e, prima che cada nel sonno profondo, medita sulle sue cazzutissime scelte di vita, sempre e solo basate sull'opportunismo e sulla presa di una posizione di convenienza.
Crolla.
Nel sogno si dimena come un bambino che fa i capricci; tutto quello che aveva voluto per sè stesso fino a quel momento gli si stava ritorcendo contro, ogni suo modo di agire e fare con le persone stavano diventando una persecuzione non molto chiara nella sua mente. Allora continuava a bere e sollazzarsi con quello che gli capitava a tiro. Cadeva da uno sballo all'altro quando, poi, una persona lo prese per sotto le spalle e lo incoraggiò ad essere un altro.

Prese così la decisione di riprendere le redini della sua vita, sempre e comunque con quella persona accanto, perchè da soli non si può nulla (o quasi).
Quella persona sapeva come dargli fiducia ed autostima allo stesso tempo, rassicurandolo che seppur il mondo prende una piega di merda il modo per affrontarlo lo si trova, senza sfuggirgli con sotterfugi e magie da illusionisti.
Praparava così la sua esistenza alla nuova rinascita dove il centro di tutto era lui ma come riferimento aveva gli altri.
Spulciava le righe dell'agenda quando trovò scritto:
"Amerai chi non ama te e per questo soffrirai"
Si sveglia di soprassalto.
Era solo un fottutissimo incubo.

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