mercoledì 19 novembre 2008

La fitta sassaiola dell'ingiuria

C'é chi mi vuole folle, chi follemente spera che toppi in carriera
da sera a mattina si ostina, ficca aghi nella mia bambolina
mina la via che l'anima mia cammina, mi pedina
il fatto é che se sfuggo alla logica tragica é la fine che mi si propina.
L'acqua che butti sul mio fuoco diventa benzina
ogni insulto manichino per la mia vetrina
sappi che la mia dottrina se ne fotte di chi sta dopo e chi prima.
Chi mi stima mi istiga a stilare 'sti suoni, 'sti versi e 'sti ca..
godo se penso all'amaro che mastica chi pronostica la fine della mia vitalità.

Fonda la tua gloria sull'ingiuria, lavati i denti col seltz come Furia
smile, siamo in aria, canta vittoria, ma io ti sputerò come un seme d'anguria.
C'é penuria di muri adibiti alla memoria, pura vanagloria
fa male come un dente che si caria il mio debole per le vittime della storia
le hanno odiate, umiliate, lasciate alla sorte per fargli la corte dopo la morte.
Mi faccio forte di un simile supplizio ed é per questo che schivo ogni giudizio
ho la riflessione come vizio, il mio fine é di fare di ogni fine un buon inizio
mi sazio di un dizionario vario più dei santi del calendario.

Mi piace sapermi diverso, piacere perverso che riverso in versi
su fogli sparsi, nei capoversi dei giorni persi nei miei rimorsi.
Che cosa c'é da aspettarsi da chi come me non sa adeguarsi a sette
mafiette, etichette e se tutti fanno lui smette?
Chi manomette le tette della scultura, ne ignora l'amore e la cura
ciocca meno ciocca mi son fatto sta capigliatura
come un tiranno fra le mura non ho paura.

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