mercoledì 5 novembre 2008

Gennaio 2001


L'altra sera sono stato al cinema con il mio amico Picci. Ho visto un film bellissimo. Indiano. Si chiamava Uttara. La storia era così. I protagonisti sono due amici che fanno i casellanti in un posto sperduto. Di notte si siedono accanto ai binari e chiacchierano. Uno dice qualcosa come:"E' bello stare qui con te. Prima stavo a un altro casello. Da solo. E allora di sera parlavo con i binari. Mi dicevano che erano molto tristi perchè stavano insieme da anni ma non si erano mai potuti incontrare". Che bello.
Dopo il film siamo andati a mangiare un panino. Sedute al tavolo accanto c'erano due ragazze. Una ha detto all'altra:"Sai cosa dice la gamba destra di Cesare dei Lunapop alla sinistra? C'è qualcosa di grande tra di noi".
Ed è stato lì, in quel preciso momento, che ho capito qual è la differenza fra l'Oriente e l'Occidente.
[...]
La globalizzazione. Tutti conoscono la tristezza della globalizzazione. I bambini che cuciono palloni con cui giocano gli immigrati clandestini nei cortili dei centri d'accoglienza costruiti di fronte ai McDonald's di tutto il mondo. Ma c'è qualcosa che è ancora più crudele della globalizzazione: è il sorriso della globalizzazione. Per esempio l'altro giorno stavo alla mia scrivania quando è arrivata una ragazza che lavora a Mtv e mi ha detto che c'era un'altra ragazza, Juanita, che voleva conoscermi. "Cacchio" ho pensato, "Juanita". Ho immaginato palme tropicali con la colonna sonora di Guantanamera, Juanita Guantanamera...E invece no. In America Latina hanno fatto un concorso legato ad un prodotto: vinci un viaggio in Europa a visitare tutte le sedi di Mtv. Lei dunque voleva conoscermi per contratto. Le hanno detto che voleva conoscermi e lei voleva conoscermi. E io mi sono inorgoglito,ha fatto così tanti chilometri per venire da me. Che bello. Che emozione.
Arriva Juanita. Juanita è una ragazza simpatica e un pò grassottella. Juanita mi guarda e mi dice due cose:"Grazie". E poi."Grazie.Ci stiamo divertendo moltissimo". Ma come? Sei in periferia a Milano in mezzo ad un ufficio con trenta persone che urlano, Ricky Martin a manetta, ti portano a conoscere me, pallido, con le occhiaia, che sto scrivendo al mio computer e tu mi ringrazi?
E allora ho capito: la cosa più crudele della globalizzazione sono quellu due parole.
"Grazie. Grazie"

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