sabato 6 dicembre 2008

ANNA MOLLY_VIII_Cap

“In tensione, come un filo elettrico,
passa la corrente che deve alimentarla,
ma la scarica troppo forte rischia di schiantarla
verso la morte.
Un urto elettrico fatto di scintille e sbalzi di luce,
l’irrequietezza interna fulmina chi mi sta intorno.
Disturbata dalle onde di invidia
trova l’instabilità che non merita,
solo un intervanto esterno la potrà calmare
senza che si butti in un lago,
fermando definitivamente il dolore provocato.
Sfinita cade, e non una mano ad aiutarla,
perché troppo impauriti ad essere coinvolti
in quel pericoloso e complesso mondo.”

“Sto cercando di dare un senso alla mia vita, dargli un senso perché altrimenti non troverei la voglia di viverla, e questo mi spaventa, forse è un problema che tutti quelli della mia età si pongono, o forse no, ma comunque io ne ho bisogno!
Non voglio ridurmi all’ultimo momento pensando di aver buttato un pezzo di me stessa in un tempo che non è stato mio, mi deprime sapere che avrei potuto fare tanto altro, ma che per colpa mia non ho fatto. Mi deprime e mi fa venire voglia di odiarmi perché non sono stata capace di saper sfruttare al meglio questo tempo unico ed irripetibile che è la mia vita, che non solo non potrò riavere, ma non so nemmeno quando potrà finire.
Forse dovrei ritenermi fortunata per tutto quello che ho, ma è proprio questo il motivo, la mia fortuna deve essere anche quella di qualcun altro! La mia vita fortunata deve essere la vita fortunata di altri, è questo che voglio, è questo che devo riuscire a fare, è questo quello che VOGLIO!
Ho anche tanta voglia di sentirmi bene, per questo devo vivere senza alcuna pressione, alcuna sensazione di depressione, solo il rumore soave della vita che va vissuta in pieno in tutta la sua assolutezza. Il Mondo non dipende da come sei o da come appari. Il Mondo dipende dalla tua persona e da quanto tieni ad essa. L’unico motivo che ci deve spingere a renderci migliori è proprio quello di sentirci parte del Mondo, non come persone uniche viventi, ma come figure indispensabili e necessarie agli altri e a ciò che ci circonda. Sfruttarci per quello che siamo realmente e per quello che abbiamo a disposizione per far capire, a chi lo ignora, che il miglioramento della vita sta nel metterla a disposizione e condividerla in modo saggio e conscio. La sensazione del “dovuto” non deve angosciarci, tutto deve essere estremamente volontario e sommerso da quella inverosimile voglia di dare per non necessariamente ricevere.”.

Anna Molly aveva ricevuto dalla vita un dono inestimabile, oltre alla vita stessa, la necessità di voler essere vicina agli altri nella fortuna di essere sana e in salute, con la voglia di vivere, almeno fino a quel momento.
Quando capì che si stava ammalando non riusciva più a sentire quella vivacità che l’aveva sempre accompagnata.
Il volontariato era per lei non solo un modo per sentirsi utile, ma mettere in comune quello che per lei era la cosa più importante, la fortuna di poter aiutare il prossimo. Desideri ne aveva tanti da questo punto di vista, troppi, alcuni anche importanti, ma infranti anche se disperatamente cercati. Le prime cantonate cominciarono a farle perdere quella fiducia che tanto aveva cercato di creare, che a poco a poco si sciolse dietro stupide illusioni, forse.
Fu a quel punto che il futuro si faceva sempre più incerto e lei non aveva la capacità di vedersi in quel nuovo stato d’animo che la pervadeva. Nemmeno l’inerzia della vita stessa riusciva a darle la carica, neppure la sveglia la mattina era un valido motivo per alzarsi, anche se lo faceva, perché doveva.
Odiava il fatto di perdere tempo in quel modo. Non sopportava vedersi in quello stato e allora si alzava.
Il Tempo era da sfruttare, ogni piccolo minuto, secondo, qualunque cosa fosse successa in quella giornata sarebbe stata comunque utile, ovviamente perché “Nulla succede per caso”.
Secondo lei anche quella sua sofferenza doveva servire a qualcosa, anche se il tormento non aveva poi così senso, secondo me era una stupida giustificazione per le sue assurde azioni.

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